VEGLIA
( cima 4 del 23 dicembre 1915 )
Un’intera nottata
buttato vicino
ad un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la gestione
delle sue mani
penetra
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
PARAFRASIUn’intera notte gettato vicino ad un compagno massacrato con la sua bocca piena di dolore ed alla luce della luna piena con le mani congelate attaccò il mio silenzio io ho scritto lettere piene d’amore. Non sono mai stato tanto attaccato alla vita.
COMMENTOLa poesia “ La veglia “ parla di una esperienza che il poeta ebbe durante la 1° guerra mondiale, stando tutta la notte vicino al suo compagno morto con la bocca immobile in una smorfia di dolore. Alla luce della luna piena, il cadavere attraverso le sue mani attacca il suo silenzio dove aveva scritto lettere d’amore. Nell’ultimi 2 versi il poeta si mostra che non era stato mai attaccato alla vita. La poesia è costituita da 16 versi distribuiti in 2 strofe: la 1° di 13 versi, la 2° da 3 versi. Lo schema è uno schema libero senza punteggiatura ( come usavano i futuristi ), le parole sono semplici, nella poesia ci sono molti participi passati: buttato – massacrato – digrignata – penetrata ed un avverbio TANTO che Ungaretti usa come una parola molto importante.
La poesia, scritta da Ungaretti il 23 dicembre 1915, appartiene ad una raccolta di poesie chiamata “ L’allegria “ poesie ambientate durante la 1° guerra mondiale scritte sul fronte del Carso. Essa è raccontata in modo triste a causa della situazione difficile che vivevano a quei tempi i soldati arruolati. Ungaretti tratta dunque un tema a lui molto caro, che è quella dell’infelicità dell’uomo. “ Veglia “ mi è piaciuta perché non è una poesia come le altre, lunghe e noiose, ma è una poesia corta e significativa che ti fa capire le sensazioni che provavano i soldati nelle trincee.