...When you're on my bed...

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view post Posted on 20/5/2011, 22:39
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Principe Usul

Ed anche quella brutta faccenda era finita.
Il principe tirò un sospiro di sollievo; in un modo o nell'altro tutto era andato nel verso giusto.... si era sbarazzato dei suoi nemici e aveva finalmente ciò che di più al mondo desiderava.
Il vento gli aveva scarmigliato i capelli e dei brividi erano evidenti sulla sua pelle candida eppure fuoco ardente percorreva le sue vene colme di adrenalina; sarebbe ben presto sceso dal grifone, giunto al suo castello e poi..... "E poi...." non ci aveva mai pensato, aveva sempre dato per scontato il futuro ma in quel caso la storia era diversa.... in che modo avrebbe dovuto comportarsi?
Volse lo sguardo dietro di se incontrando quello della ninfa....era sua la colpa di tanta incertezza?
Di certo avrebbe potuto senza problemi portarla nel suo letto ma era davvero la cosa giusta da fare? in cosa sarebbe stata lei diversa rispetto alle altre? il cuor suo sapeva che nel bene o nel male, il viso di quella ninfa avrebbe lasciato un segno.... forse uno spiraglio che l'avrebbe reso più forte e luminoso.... o forse una cicatrice che mai si sarebbe rimarginata....
Per questo prese la sua decisione.
Per tutto il viaggio regnò un assoluto silenziò che il principe non interruppe neppure, una volta a terra, per ringraziare i soldati che avevano rischiato la vita per lui.
"Conducete la signorina nella sua stanza" si limitò ad ordinare ad alcuni servi. La stanza degli ospiti, o meglio la stanza delle ragazze ospiti, era adiacente a quella del sovrano ed era estremamente lussuosa e finemente lavorata. I servi, seguendo una prassi ormai nota, eseguirono gli ordini indicando alla giovane il suo alloggio.
Anche Usul decise di ritirarsi nella sua camera; si sentiva stanco, svuotato, aveva ogni ragione per gioire eppure non era pienamente soddisfatto.
Sbattè la porta dietro di se entrando il quel luogo che gli era tanto familiare.
Il muro erano finemente rivestiti e qua e là era incastonata qualche gemma in oro. Anche il letto matrimoniale era in oro massiccio così come le maniglie del grande armadio proprio di fronte ad esso, Le lenzuola porpora erano invece del lino più pregiato con numerosi merletti e ricami.
Decise di farsi una doccia ristorante. L'acqua scorreva sulla sua pelle liscia rilassandolo.... adorava di norma momenti come quelli ma quella sera neppure quel sollievo sembrava placare il suo animo.
In fretta si rivestì; pantaloni scuri, cinta nera e camicia bianca di cui si curò di allacciare solo gli ultimi 2 o 3 bottoni per giunta alla rinfusa.
Poi esausto si gettò a peso morto sul letto. Si poggiò una mano sulla fronte.... anche volendo non sarebbe riuscito a riposare quindi tanto valeva rimanere ad osservare il sole, che oltre i vetri della luminosa finestra, stava terminando il suo viaggio in cielo....
 
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view post Posted on 21/5/2011, 20:11

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Tanhei

Durante il tragitto il Principe non aveva pronunciato una sola parola, ma anche se lo avesse fatto per lei sarebbe stato come se non avesse detto niente.
Non faceva che rivedere quei gesti, quel sorriso di assenso, quegli occhi chiusi che si inebriavano quel fiore tanto raro e innaturale.
Quell'espressione tanto serena, come se non si potesse aspettare altro da lei, in fondo, nessuno si aspettava mai altro.
Lei per prima.
E adesso stava lì, su quel grifone immenso, dietro a quel Principe che aveva tanto desiderato e che adesso che era tornato per lei, la rendeva infelice.
Lo aveva sognato, desiderato, cercato, voluto, e forse anche amato.
E dopo essersi lasciata andare, dopo aver incontrato le sue labbra amare ed essersene abbeverata, era stata abbandonata.
Come sempre.
Il cuore infranto in mille pezzi e quella barriera lastricata ulteriormente di ghiaccio.
E in quel momento, in cui anche la sua ultima speranza di umanità sembrava essere svanita, ecco che un vampiro dai modi gentili si era fatto breccia dentro di lei con prepotenza e astuzia.
Le aveva rubato la tristezza e l'aveva sublimata in curiosità e interesse verso sé stessa, un interesse che aveva sempre rinnegato.
Ma allora, per quale motivo si trovava su Quel grifone invece che sulla dolce Chimera?
Neanche si accorse dello sguardo del Principe che era posato su di lei, i pensieri erano troppi, dolorosi, contrastanti e distanti da lì.
Quando giunsero a terra egli non la degnò del minimo sguardo e neanche ringrazio quei soldati che avevano rischiato la vita per la Sua, che avevano perso un compagno per Lui.
Conducete la signorina nella sua stanza. Poi se ne era andato.
Aveva seguito il servo, sguardo chino ed espressione spenta.
Si era infine ritrovata dentro a una stanza lussuosa, una stanza che pareva più per prostitute di alto borgo che per delle ospiti, e forse era proprio così che lui vedeva le sue ospiti.
Poteva capirlo bene, sapeva che tipo di vita conduceva, perché era anche la sua.
Vi ringrazio, adesso lasciatemi sola! Disse sospirando mentre congedava il servitore.
Una volta rimasta sola si appoggiò alla porta che adesso era chiusa alle sue spalle, e lasciò che il suo corpo ricadesse lentamente sulle proprie gambe e che giungesse quel pavimento di marmo pregiato e freddo.
Un freddo piacevole che la rinfrancò non poco.
Si denudò dei suoi abiti lasciando che ricadessero inermi per terra e che il suo corpo si amalgamasse con quel freddo. Completamente nuda si sdraiò a terra e lasciò che la temperatura si impossessasse anche della sua mente.
Perché sono qua dove tutto sa di marcio? Si chiuse in posizione fetale e lasciò che il suo lato innocente emergesse adesso che era completamente sola, sola con la sua più grande nemica.
Sè stessa.
I minuti passarono incontabili e quando riaprì gli occhi non seppe dire quanti esattamente ne fossero trascorsi.
E' tempo di alzarsi!
Ovviamente, non era una cosa strettamente fisica.
Si alzò si diresse nel bagno personale della stanza dandosi una rapida lavata.
Poi si diresse verso l'armadio, sicura di trovare indumenti per le ospiti, e così fu.
Un abito colse subito la sua attenzione: era nero, lungo, in un lucido raso, con delle spalline non troppo fini e uno scollo a V su quel suo generoso seno.
Senza fronzoli, senza merletti o rouches, senza pizzi e tulle.
Semplice e bellissimo.
Così come si sentiva lei adesso che si era spogliata delle sue mille facce.
Estrasse il vestito dall'armadio e lo richiuse senza indugiare.
Gettò la cruccia a terra e si mise il vestito senza indossare sotto l'intimo. Lo fece passare dalla testa e lasciò che le scivolasse fresco e leggiadro e trovasse forma sulle sua.
Adesso doveva capire.
Passò con passo elegante dinnanzi allo specchio e vi gettò uno sguardo fugace vedendo una donna che correva incontro a sé stessa.
Il vestito, così semplice, dava libero spazio alla sua armonia e alla sua grazia e la riempiva di bellezza.
Uscì dalla porta e si diresse sicura verso una porta che era tre volte quella delle altre stanze, si trovava sicuramente lì.
Fortunatamente le guardie si stavano dando il cambio e adesso non c'era nessuno lì davanti, arrivò con silenzio e sinuosità mentre i piedi scalzi sul pavimento non facevano il benché minimo rumore e pareva un'ombra più che una donna.
Non bussò neanche, volutamente, ed entrò con passo deciso e fermo.
Salve. Ditemi disse guardandolo con schiettezza negli occhi Per quale motivo io mi trovo qua?
Non c'era sfida né minaccia nel suo tono, solamente la volontà di capire ciò che la vita le stava serbando, e le intenzioni di quella bellissima statua che giaceva sul letto.


CITAZIONE
Nome PG:Tanhei Myshuri
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Abilità:
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Stato d’animo: ?
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Principe Usul

Mezz'ora, un ora, forse 2..... non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato. Era certo di non essersi addormentato; aveva chiuso gli occhi, si era sentito in pace quasi sereno. Sarebbe rimasto il quel mondo per sempre ma una voce fin troppo familiare lo fece tornare alla realtà.
Salve. Ditemi Per quale motivo io mi trovo qua?
Non aveva alcuna ragione per alzare lo sguardo, l'avrebbe riconosciuta tra mille. Il suo primo pensiero fu come aveva fatto ed entrare nella sua stanza nel più assoluto silenzio ma scacciò subito questo interrogativo eccitato dall'idea di averla lì e tutta per lui.
Spingendo con le mani sisedette sul letto, poggiò i gomiti sulle ginocchia adagiando la testa sulla "culla" creata dalla mani e si concesse qualche istante per ammirare la sua ospite.
Era di una bellezza sconcertante:indossava un abito nero, lucido e lungo ma non troppo sfarzoso e merlettato. Un'amplia scollatura permetteva di scorgere 2 tesori teneri ed abbondanti e la stoffa risaltava le forme perfette di quell'angelo che dopo tanto attendere si trovava di fronte a lui.
Avrebbe voluto agire come qualunque altro uomo, avrebbe voluto possederla come qualsiasi altro avrebbe fatto ma lei era una creatura divina e non meritava un misero comune mortale. Carico di questa consapevolezza, riuscì a domare l'istinto ed evitare di andare subito al sodo....
"Devo ammettere che siete davvero bellissima" esordì. La sua voce era tranquilla, pacata, più calda del solito.
Le sue labbra erano lievemente incurvate in un sorriso troppo vago per poter essere interpretato in qualche modo.
Sapeva di non aver risposto alla domanda che gli era stata posta ma era altrettanto consapevole che aveva pochissime possibilità di azzeccare, tra tante, la risposta migliore.
"Sentite, il fatto è che io mi sento molto attratto da voi" sul suo volto era comparso un leggero rossore che cercò di nascondere abbassando lo sguardo.
Probabilmente era la prima volta che pronunciava sinceramente quelle parole e doveva ammettere che era piuttosto imbarazzato. Per la prima volta lui a cui tutto era dovuto, si era posto sul banco degli imputati nell'attesa che fosse annunciata la sua sentenza. Eppure, nonostante la miriade di sentimenti che lo invadevano, la sua voce era ferma e sicura come sempre.
"Non so cosa pensiate voi di me ma sentitevi libera di lasciare il palazzo quando volete..... non siete mai prigioniera ma una mia gradita ospite....." volle puntualizzare anche se nel pronunciare le ultime parole la sua voce trenò leggermente.... la sola idea di perderla gli era inconcepibile.
E mentre attendeva un qualunque segno da parte della dama, iniziò a pensare alle conseguenze delle sue parole e si trovò di fronte ad un bivio: nel caso di rifiuto l'avrebbe davvero lasciata andare?
 
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view post Posted on 15/6/2011, 14:30

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Tanhei

Rimase in piedi ad aspettare la sua risposta senza permettere che dal suo volto trasparisse qualsiasi tipo di emozione, in fondo non voleva più affidare i suoi timori e i suoi pensieri a quel ragazzo che l'aveva già fatta in minuscoli pezzi.
Già, ragazzo.
Finora aveva sempre considerato Usul come un uomo, il più affascinante e enigmatico di tutti, il Principe dalla malvagità impressionante, ma adesso, fra quelle quattro mura dove la loro posizione sociale e la loro storia spariva, lui le appariva per quello che era: un bellissimo ragazzo che cercava di capire, così come lei, cosa li tenesse lì dentro uno di fronte all'altra.
Si era tirato su e la guardava, no, la pregustava, quegli occhi che si posavano su ogni centimetro della sua pelle e la facevano sentire bella e desiderabile, cosa che provava ogni qual volta che si trovava in una camera, ma di solito non la tangeva minimamente, anzi, vedeva solo una Vittima e si sentiva una sensuale carnefice.
Adesso era invece solamente orgogliosa di se stessa e del suo corpo generoso.
Devo ammettere che siete davvero bellissima.
Un sorriso si disegnò sotto quei capelli d'ebano che sembravano disegnati.
Un sorriso dai mille significati o che forse ne aveva semplicemente uno.
Un sorriso degno di quel principe che a lungo aveva desiderato e voluto.
Vi ringrazio, i Vostri complimenti mi aggradano più di quelli di chiunque altro!
Disse con un tono volutamente pacato, lo pensava davvero, anche se un piccolo pensiero dalla carnagione ambrata continuava a farsi presente nella sua testa. Ma adesso stava vincendo la sua battaglia personale.
Sentite, il fatto è che io mi sento molto attratto da voi.
Rimase sbalordita dalla semplicità con cui adesso le parlava, da quel tono così apparentemente sincero, e il rossore sulle sue guance fu quasi insopportabile.
Sentiva il cuore traboccarle di un sentimento che niente aveva a che fare con la dolcezza, era straziante, come se fosse lei a mostrarsi così indifesa dinnanzi a lui.
Era piacevole, ma era difficile stabilire se fosse puro e mero sadismo o qualcosa di ben diverso.
Dannato, tu mi hai buttato in questo inferno mentale!
Quel gesto così semplice, eppure così significativo aveva fatto cedere, forse per un periodo di tempo troppo significativo, il suo muro, vi era stata un'apertura e quel calore era entrato dentro di lei scottandola.
Non so cosa pensiate voi di me ma sentitevi libera di lasciare il palazzo quando volete..... non siete mai prigioniera ma una mia gradita ospite....
Precisò lui con la stessa voce regale che gli apparteneva più di mille corone.
Lo guardò con occhi densi contemplando quella posizione che gli conferiva qualcosa di ancora più affascinante di ciò che già era, bello e maestoso, sicuro di sé eppure alla sua mercé.
Colorito dal rossore ma con la schiena dritta e la posizione di chi attende che qualcuno gli si offra volontariamente dopo aver psicologicamente chiuso qualsiasi altra via di fuga.
Desiderabile come l'ossigeno e l'acqua.
Il suo corpo iniziava ad incendiarsi di fluida eccitazione.
Vostra Altezza! Disse con tono profondo e scaturente sensualità Io non posso sentirmi libera, bramo le Vostre labbra più dello stesso ossigeno, come potrei sentirmi libera di andarmene?


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view post Posted on 23/6/2011, 18:36
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Teneva gli occhi bassi, vedere indignazione sul volto della ragazza gli avrebbe fatto troppo male. Aveva parlato troppo e forse aveva usato le parole sbagliate... sicuramente avrebbe dovuto agire in tutt'altro modo.....
Questi ed altri 1000 dubbi infestavano la sua mente in attesa di sentir pronunciate le parole del verdetto. In quel momento riusciva a capire cosa provavano i condannati a morte negli istanti prima che la lama compisse il suo triste tragitto. Era una sensazione strana... rassegnazione? malinconia? rimpianti? non era chiaro eppure anche in quell'animo disperato albergava ancora la speranza...
.... ma la ghigliottina non risparmia mai la sua vittima.
Forse fu per questo che rimase stupito dalla replica della giovane:
Vostra Altezza! Io non posso sentirmi libera, bramo le Vostre labbra più dello stesso ossigeno, come potrei sentirmi libera di andarmene?
Lo stupore precedette la felicità; non riusciva a credere che ciò che sentiva fosse veramente realtà e per un attimo si domandò come comportarsi.
Aveva condotto una vita sempre piuttosto lineare senza farsi troppe domande; viziato e circondato da ricchezza e sfarzo non si era mai fatto troppi problemi.... aveva sempre avuto ciò che voleva e cosa importava se era un aitante giovane e un rugoso vecchiaccio? schiere di giovani fanciulle avrebbero dimorato comunque nel suo letto.
Non credeva di poter conquistare o ancora meglio far innamorare qualcuna di se per ciò che era veramente..... ed invece a quanto sembrava ci era riuscito perchè la ninfa, di questo ne era certo, non agiva con le stesse motivazioni per cui lo facevano tutte le altre.
La sua conclusione faceva comunque acqua da ogni parte e per un istante lo spettro del vampiro incontrato il giorno stesso tornò a far capolino nei suoi pensieri...da come si guardavano, dai loro movimenti aveva avuto l'impressione che tra loro ci fosse qualche legame eppure ciò che la ragazza aveva detto allontanava ogni sospetto.
Che stesse mentendo?
Ed ecco l'inizio dell'ennesimo film mentale.
"Al diavolo tutto" si disse improvvisamente risquotendosi da quello stato di frustrazione in cui era caduto.
Non era da lui comportarsi in quel modo, non era da lui pensare troppo, non era da lui lasciarsi sfuggire simili occasioni ed anche se l'oggetto in questione era di vitale importanza era inutile continuare a complessarsi.
Sarebbe stato se stesso fino all'ultimo.... forse lei lo avrebbe detestato ma in fondo ciò non lo avrebbe stupito; aveva sempre saputo che la sua anima era impura.
E così l'istinto vinse sulla ragione e prima ancora che se ne rendesse conto era accanto alla porta e sorreggeva con grazia tra le sue braccia la ragazza.
"Ed ora potrei sapere il nome dell'angelo che sto per baciare?"
Fu solo un sussurro all'orecchio della ragazza amata.
 
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view post Posted on 24/6/2011, 18:37

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Tanhei

Mentre aveva atteso le sue parole era rimasto in una posizione quasi soggiogata, come se le sue parole potessero in qualche modo aver potere decisionale sulla sua vita, lo stesso potere decisionale che poteva avere un minuscolo gesto della mano del ragazzo che aveva dinnanzi.
Sogghignò per un solo momento beffarda, si sentiva potente, importante.
Ma la cosa che la faceva stare meglio era che adesso teneva fra le sue mani il sorriso e l'ego dell'unico uomo che aveva ferito il suo.
E chi lo avrebbe mai detto, se solo il volgo lo vedesse adesso!
Per lei invece l'attesa non fu straziante, non si era vergognata delle sue stesse parole, era anzi in attesa di ottenere ciò per cui era venuta.
Vendetta?!
No, Usul.
Il ragazzo si alzò e le andò incontro con un'espressione completamente assorta da chissà quali pensieri, come se si fosse teletrasportato accanto a lei.
Mentre lo vedeva avanzare verso di lei sorrise soddisfatta e assaporando ciò che da lì a poco sapeva sarebbe successo.
I suoi occhi erano pieni di un sentimento misto a passione e dolcezza.
Quel ragazzo aveva un che di incredibile, ecco, adesso capiva cosa tanto l'aveva stregata.
Era forte come una parete di vetro, prendendo il punto debole sarebbe caduto in mille pezzi, ma era difficile da trovare quel vetro, e tuttavia, anche nel massimo momento di esposizione all'altra, lei, lui si mostrava come il solito Usul, Principe destinato a combattere, ma soprattutto a vincere.
La prese fra le braccia e afferrò le braccia del Principe per permettergli di sollevarla con meno difficoltà. Sotto le sue mani i bicipiti contratti del bel ragazzo dai capelli d'ebano.
Li avvolse fra le sue affusolate dita permettendo al pollice di esplorare la tonicità di quei muscoli. Muscoli perfetti.
Ed ora potrei sapere il nome dell'angelo che sto per baciare?
Lo guardò intensamente e le sorrise compiaciuta e non del tutto pudica.
Avvicinò le sue labbra alle sua e ve le poggiò sopra delicatamente come a volergli togliere un solo piccolissimo flebile respiro.
Si staccò subito da quelle labbra da quel sapore così singolare e portò le mani al suo collo, armoniosamente scese dalle sue braccia sciogliendosi un poco da quella presa.
Mio Principe, disse a un soffio dal suo volto, dalle sue labbra, Mi lusinga la considerazione che avete di me, ma non mentite a Voi stesso, sapete bene che non è un angelo quello che avete dinnanzi, non trattatelo come tale! Lo guardò con occhi innocenti e quasi spaventati da tanta prontezza.
Un angelo non avrebbe desideri tanto osceni come quelli che posseggono la mia mente annebbiata da Voi!
Fissò gli occhi nei suoi e gli portò le mani al volto trascinandolo verso di sé.
Stavolta il suo bacio fu prepotente, di tutt'altra matrice, era avida di quell'amaro così delizioso. Quasi aspro e terribilmente insito in lei.
Si impossessò di quelle labbra e lasciò che le loro lingue si nutrissero l'una dell'altra.
Adesso, adesso che quelle labbra erano di nuovo sua e di nuovo la dissetavano, adesso non c'era pensiero per nessun'altro, come se il Mondo fosse racchiuso fra quelle pareti invisibili che circondavano i due amanti.
Si staccò dalle sue labbra e gli sorrise con sensualità.
Poggiò le mani sul petto appena visibile di lui e lo spinse verso il letto portandovelo al limite.
Sapete, temo che questo angelo sia in realtà un demone e che non ami particolarmente la dolcezza e la gentilezza. Un demone che vi desidera a tal punto da ardere sulle braci dell'Inferno!
Disse provocante e ponendosi dinnanzi a lui come un dono.

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E' opinione diffusa che l'antipasto rovini la cena, molti sostengono perfino che rovini il pasto impedendo con i suoi tanti sapori di deliziarsi con la vera essenza del banchetto. Tal parere era condiviso anche dal sovrano che tuttavia, in quella circostanza, non potè far a meno di privarsi di quell'assaggio di delizia.
Socchiuse leggermente le labbra in modo che quelle di lei potessero aderirvisi nel modo migliore possibile ma non fece nulla per prolungare quel tocco......
..... in fondo l'antipasto non deve sostituire le portate principali....
Mi lusinga la considerazione che avete di me, ma non mentite a Voi stesso, sapete bene che non è un angelo quello che avete dinnanzi, non trattatelo come tale! disse la ragazza sciogliendo l'abbraccio che li legava Un angelo non avrebbe desideri tanto osceni come quelli che posseggono la mia mente annebbiata da Voi!
Un sorrisetto malizioso si dipinse allora sul suo volto; era tutto dannatamente vero ma di norma con qualunque altra persona tale strategia avrebbe funzionato.... perchè con lei no? era gia riuscita ad entrare così in profondità nel suo animo?
"Anche Lucifero era un angelo ma ha preferito tingere il suo manto piumato di nero .... ognuno di noi è po angelico indipendentemente dal colore delle sue ali e voi ne siete uno splendido esemplare...."
Si lasciò trasportare il quel valser che lo avvicinava sempre più verso le candide lenzuola del letto regale quasi soggiogato dalle parole che con tanta fluidità e melodia uscivano dalle labbra morbide di lei:
Sapete, temo che questo angelo sia in realtà un demone e che non ami particolarmente la dolcezza e la gentilezza. Un demone che vi desidera a tal punto da ardere sulle braci dell'Inferno!
... ma una cosa doveva essere chiara fin da subito: era lui a dettare le regole del gioco!
Ed è per questo che senza il minimo preavviso fece ribaltare la situazione spingendo la ragazza all'indietro fino a farla ricadere tra quelle lenzuola che tutto avvolgono e tutto nascondono.
E fu per lo stesso motivo che Salì a cavalcioni sul letto posizionando i ginocchi a premere sui fianchi di lei e senza remore strappò il delizioso e raffinato merletto del suo vestitino che in quel momento gli appariva dannatamente ingombrante.
"Sapete" disse con tono colmo di desiderio "anche l'inferno può essere un posto interessante se ci andate con la giusta compagnia"
Ogni altra parola era superflua, sarebbero stati i fatti a parlare e la lingua sembrava essere molto più vogliosa di assaggiare che di iniziare altri discorsi.
Posò le labbra sulla pelle candida di lei cercando di assaporarne ogni brandello e lasciando di tanto un tanto qualche piccola traccia del suo passaggio.
Dal collo scese pian piano al seno ancora protetto dal reggipetto merlato... ma il principe non aveva fretta ed anzi ogni "ostacolo" nel suo cammino non faceva altro che accrescere la bramosia che sempre più si stava impossessando del suo essere.
Perchè lui ormai aveva capito; per nessuna dei due quella sarebbe stata ne la prima ne l'ultima volta e forse non c'era neppure un vero fondamento per ciò che stavano per fare eppure lo volevano, entrambi lo desideravano come peccatori lussuriosi.
 
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Tanhei

Anche Lucifero era un angelo ma ha preferito tingere il suo manto piumato di nero .... ognuno di noi è po angelico indipendentemente dal colore delle sue ali e voi ne siete uno splendido esemplare...
Sorrise complice a quelle parole, il loro modo di fare era completamente identico, lo stesso modo d'agire, lo stesso modo di pensare, lo stesso perverso modo di desiderare.
Il solo essere lì, a tenere una conversazione fra due pari, con Lui, le faceva vibrare qualcosa dentro di se che era impossibile definire.
Poi questa sensazione scoppiò quando lui l'afferrò e la fece ricadere sul letto. Lo guardò soddisfatta e con il cuore in gola mentre lui le si metteva a cavalcioni e la tratteneva per i fianchi con le proprie ginocchia.
La tratteneva dalla fuga.
No, la tratteneva dall'ardente desiderio di impossessarsi di lui in quello stesso istante.
Strappò parte di quel vestito con uno sguardo così complice da renderla inerme.
Sapete,anche l'inferno può essere un posto interessante se ci andate con la giusta compagnia.
Lo guardò desiderosa e dannatamente famelica, sì, lo pensava anche lei, e decisamente in quell'avventura non avrebbe mai potuto trovare un compagno migliore di Lui.
Sentiva la sua pelle iniziare a scottare, quella pelle che lui stesso si occupò di assaggiare e di marchiare con il proprio passaggio.
Degno del principe reale.
Il volto, il collo e ancora più giù.
Quella che lasciava sembrava essere lava, e lei, in tutta la sua lunga vita sessuale, non aveva mai provato sensazioni tanto profonde, non aveva mai desiderato così ardentemente qualcuno come ora desiderava quel ragazzo.
Portò le mani fra i capelli del ragazzo e vi si intrecciò le dita mentre quella lingua le faceva vedere le vere fiamme dell'inferno.
Un desiderio incontenibile che scoppiava in lei, soprattutto là dove era più sensibile.
Si apprestò a togliersi gli spallini del vestito facendoli cadere e lasciando che si vedesse perfettamente un inizio di ciò che vi teneva sotto, due seni sodi e perlacei che non aspettavano altro che essere deliziati da quell'assaggio, assolutamente privi di una biancheria a ricoprirli.
Lo guardò evocando e implorando passione e sorrise provocante per poi portare le sue dita all'asole della camicia di lui.
Le prime erano già sbottonate, ma le altre erano timidamente chiuse e sembravano implorarle la liberazione.
Sbottonò il quarto bottone, il primo che aveva trovato chiuso, e pose il suo dito all'altezza della clavicola per poi scendere lentamente sul suo petto, deciso e straziante mentre percorreva il profilo della giugulare e dello sterno.
Il fisico sodo del ragazzo pareva prendere forma sotto quell'assaggio di tocco che voleva stuzzicare più che farsi mangiare.
Intanto non distoglieva lo sguardo dai suoi occhi, voleva che vi rimanessero intrappolati dentro e non solamente per qualche ora.
Lasciò che il dito arrivasse fino a dove aveva aperto la camicia e dopo con lentezza si portò l'indice alle labbra e lo succhiò avidamente per qualche attimo mentre i suoi occhi continuavano a percorrere il loro personale sentiero di passione e lussuria con quelli di lui.
Avvicinò il dito inumidito al suo petto e ripercorse il sentiero già attraversato. Poi semplicemente lasciò ricadere la sua mano fra le lenzuola e ne afferrò un lembo e vi si attorse le mani guardandolo come una pantera fa come la sua vittima mentre alzava leggermente la gamba lasciando che si strusciasse con la sua e che il ginocchio arrivasse a stuzzicare il suo cavallo.
Sorrise maliziosa.



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Leggeva approvazione negli occhi di lei e ciò lo spinse a continuare.
In verità lui stesso sapeva che oramai non si sarebbe mai potuto fermare e non appena l'ultima fallace barriera cadde, il suo viso si immerse il quel mondo tanto bramato. Il seno era sodo e ben compatto; con gli dita stuzzicò i capezzoli rosei notando con piacere che si indurivano nella forma che tanto lui amava. Si attacco a quel lembo come un infante al latte che da lì un giorno sarebbe sgorgato ..... e l'eccitazione cresceva.
I bottoni della sua candida camicia caddero uno dopo l'altro sotto l'abile mano della ninfa ed il suo petto scolpito fremette sotto il suo tocco.
La mano esperta dalla giovane ripercorse tutta la sua muscolatura; il principe poggiò le mani ai lati della testa di lei sovrastandola completamente e mentre quel primo contatto sempre più lo deliziava, avvicinò le sue labbra a quelle di lei, delicatamente una prima volta, con foga irrefrenabile nella successiva.
Le loro bocche si fusero in un lungo abbraccio mentre la lingua, che già tanto di lei aveva scoperto, si dichiarò ancora assetata di conoscenza e senza chiedere il permesso, si intrufolò in lei. Vagò per molto alla ricerca della sua compagna e quando finalmente la trovò, danzò con lei in un gioco di intrecci prese e distacchi.
Si staccò ansimando; non sapeva quanto era durato quel bacio ma ne aveva goduto ogni istante e come ogni cosa che piace, desiderava poterla al più presto ripeterla. Una mano era ancora ancorata al materasso come perno.... lo teneva abbastanza in alto da permettergli di tuffarsi negli abissi degli occhi della ninfa ma abbastanza vicino da consentirgli di percepire il suo respiro.
La camicia, seppur sbottonata, iniziò a sembrargli dannatamente d'intralciò e preferì liberarsene lanciandola con foga in un angolo della stanza. Stessa sorte toccò poco dopo ai pantaloni e mentre si lasciava cullare dalla dolcezza di un altro bacio, decise di liberare anche la giovane dall'intralcio dei vestiti strappando ciò che ne rimaneva.
Solo miseri pezzi di stoffa tenevano ancora prigioniere le loro nudità; Usul lo sentiva, stava divenendo sempre più massiccio e duro e non sarebbe riuscito a trattenere a lungo il suo desiderio.
Si dice che ciò che è sofferto sia molto più bello e forse fu per questo che il principe decise di condannare la belva ad altri istanti di dura reclusione.
E mentre un nuovo impeto di passione univa le loro labbra, anche i loro corpi premettero uno sull'altro e la belva, ancora prigioniera, bussò con forza su quella porta che a breve avrebbe sfondato......
 
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view post Posted on 19/7/2011, 11:13

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Tanhei

Le parole erano diventate adesso completamente superflue, e anzi sarebbero stati solamente elemento di disturbo così come quegli abiti che coprivano parti che reclamavano la propria libertà e la propria appartenenza l'una all'altra.
Denudate le sue dolci forme lasciò che il Principe si nutrisse di esse mentre gli stimoli arrivavano in ogni parte recondita del suo essere. Sentì i suoi capezzoli divenire turgidi racchiusi fra le sue dita ed essere sul punto di esplodere quando le sue labbra bollenti se ne servirono.
Un gemito sfuggì rapido dalle sue labbra mentre le sue mani non potevano più rimanere ferme avvolte fra quelle lenzuola scure.
Si staccò da lei per poi esserle completamente addosso, le sue mani che l'avevano così deliziata erano così vicine al suo viso da trasmettere il calore con cui avanzavano, il suo viso sopra il suo a bearla del suo respiro, quel respiro così caldo e profondo, quell'odore intenso e aspro di lui che iniziava a pervaderle completamente le nari e a farle perdere la ragione.
La baciò con delicatezza, come a volerle ricordare quello strano legame sottile che li univa, un legame che andava ben oltre il rapporto fra un principe e la sua concubina, ma seguì un secondo approccio molto più possessivo.
Lasciò che le loro lingue giocassero e che si unissero fino quasi a fondersi mentre con le mani percorreva per l'ennesima volta quel profilo e quei pettorali che tanto la facevano fremere.
Un tocco che da leggero andava facendosi più forte, come a voler lasciare una sua impronta su ogni centimetro di quella pelle che adesso considerava completamente e indiscutibilmente suo.
Que bacio finì spegnendosi lentamente ma incendiando ancora di più la passione che sentiva sgorgarle su ogni centimetro e bagnando ciò che adesso iniziava a reclamare la sua parte.
Si tolse la camicia e lei lo guardò estasiata mentre gli appariva così bello da essere quasi accecante. Quella pelle candida che presto avrebbe macchiato con la sua essenza, quei muscoli delicati ma perfettamente scolpiti e delineati.
Si mosse solamente per aiutarlo a toglierle il vestito di dosso, un vestito che era stato strappato più che tolto.
Dopo essersi scambiati uno sguardo complice, il classico e vero sguardo di due amanti, si chinò di nuovo sulle sue labbra.
I loro corpi adiacenti, limitati solamente da piccoli lembi di vestiti.
I pettorali di lui andavano con forza ad appoggiarsi suoi seni e mentre le loro labbra non si volevano decidere a separarsi, lei iniziava a perdere ogni contatto con la realtà, avvelenata da quei fumi di passione che secernevano le loro persone.
Si avvinghiò con le sue gambe a quelle di lui lasciando che i suoi piedi delicati risalissero fino all'internocoscia di lui per spostarsi fino ai glutei sodi e precisi.
Con le mani intanto esplorava quella schiena ampia e muscolosa che sembrava reclamare la sua presenza. La pelle tesa, soda e le sue unghie lunghe che vi affondavano dentro graffiando volutamente quella pelle perfetta, segnando quello che era suo, solo ed esclusivamente suo.
Sentiva le sue unghie affondare nella sua carne e ne voleva di più, lo voleva con una bramosia e una selvatichezza da farla impazzire.
Morse parte del labbro inferiore di lui finché non uscì qualche goccia di sangue e ne succhiò avidamente e con lentezza per torturarlo, se così si poteva dire, ancora di più.
Intanto sentiva l'organo di lui, duro, premere sul suo completamente bagnato e in preda a deliri.
Vi erano leggeri strati di stoffa a dividerli ma erano troppo sottili per contenere tutta quella passione.
Riprese a baciare quella bocca tanto desiderata e quelle labbra appena marchiate, intanto le sue mani avevano smesso di graffiare quella schiena imponente per liberare il principe dal suo ultimo ostacolo e lasciarlo completamente nudo dinnanzi a lei.



CITAZIONE
Nome PG:Tanhei Myshuri
Razza:ninfa
Abilità:
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Salute:80
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Qualche goccia di sudore comparve timida sul volto del principe per poi percorrerne il profilo e ricadere senza rumore sulle lenzuola candide.
Il gioco dei baci li impegnò per un po’, ma poi, all’improvviso, Usul chinò il capo sul collo e la sfiorò piano con le labbra, all'inizio fu un bacio lieve ma ben presto la pelle fu risucchiata nella bocca del giovane, dove la lingua di lui provvedeva a bagnarla e ad arroventarla, mentre con la punta del naso le sfiorava il lobo dell’orecchio.
Sentiva le mani di lei graffiarle la schiena ma ad ogni lembo di epidermide strappata percepiva le fiamme divampare in lui come se nel fuoco della passione venissero continuamente gettate taniche di benzina.
Non si oppose dunque ed anzi desiderò con tutto se stesso che quel contatto divenisse sempre più intenso a lacerante.
Volse lo sguardo verso il basso, là dove rimaneva l'ultima inesplorata spiaggia e come ogni bravo esploratore maturò l'insano desiderio di vedere cosa di tanto oscuro e dannatamente eccitante celava.
Quando i baci cessarono appoggiò delicatamente il volto tra i seni......
tun tun tun..... il cuore della ninfa batteva frenetico accrescendo la sua eccitazione che trovò espressione nella mano che si infiltrò delicatamente negli slip neri della fanciulla.
.... lasciata la soglia semiaperta l'esploratore fece un rapido giro di ricognizione tanto per verificare che il terreno fosse adatto al suo passaggio...
Nascosta tra la peluria si celava il tesoro che tanto ambiva; la contornò per una o due volte tastandone l'essenza poi insinuò un dito all'interno notando con piacere che era bagnata e pronta "all'uso".
Dopo questo primo assaggio tornò sui suoi passi.... ogni buon esploratore infatti sa che, una volta valicato, il cancello non ha più ragione di esistere ed anzi la sua stessa esistenza è prova di mancato successo.
Per questo con movimento quasi violento strattonò il filo dell'elastico degli slip che cedettero senza opporre resistenza. I merletti neri si logorarono sotto il tocco esperto di lui concedendogli una vista completa del panorama che il giovane non pote evitare di ammirare estasiato.
Nel frattempo anche la ninfa non perdeva tempo ed anzi sembrava volerlo privare dell'ultima catena che teneva la bestia a guinsaglio. Assecondò quel movimento e i boxer blu scuri finirono ben presto ai suoi piedi mentre il membro indurito si rizzava come non mai pronto ad impadronirsi di ciò che era suo.
Cercò di nuovo le labbra di lei ma stavolta il contatto fu breve perchè Usul era Usul e non sarebbe mai stato uno dei tanti....
Scivolò dunque via da lei posizionandosi supino al suo fianco:
"Sapete...." disse ancora ansimando.... in verità neppure lui riusciva a capire con quale forza di volontà stava riuscendo a tenere a freno quell'ondata scatenata di ormoni impazziti "ho come il presentimento con non avrò altre occasioni e per questo vorrei rendere questa notte indimenticabile...."
La fissava sorridente " Cosa ne dite di un gioco?"
Estrasse dalla mano due normalissimi dadi di coloro blu " preferite pari o dispari?"
Li lanciò a pochi centimetri dei loro volti e lesse il numero che vi erano riportati
"2 e 1............ è uscito un 3...."
 
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view post Posted on 17/8/2011, 22:18

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Tanhei

Dopo averle segnato il collo si fermò a guardarla come un infante che desidera spacchettare il dono più prezioso che il parentado ha lasciato sotto l'albero natalizio.
La fissò dove esattamente era più bagnata e quella maliziosa curiosità la fece tremare di desiderio.
Poggiò il suo volto affilato e freddo sui suoi seni e il respiro caldo rese ancora più turgidi i suoi capezzoli che ora rendevano più che evidente quale fosse il suo stato fisico.
Mentre tentava di tenere sotto controllo quell'organo quasi estraneo che le sfondava il petto con il suo battito, un tocco la lasciò priva di aria, oltre che di lucidità. Le dita affusolate del Principe si facevano spazio all'interno della sua biancheria. Un tocco delicato, un'esplorazione rapida della sua delicatezza e infine ecco: il valicare della Soglia del Piacere. Le labbra si spalancarono reclamando ossigeno e un gemito fuggì la sua bocca spegnendosi nelle orecchie di colui che deteneva tutto il suo corpo ninfeo.
Ruppe quel punto di contatto fra di loro, evidentemente soddisfatto di ciò che aveva trovato e di quel frutto che secerneva nettare solamente per lui.
La privò, con mossa ferma e decisa, anche della sua ultima barriera appena raggirata, l'aiutò anche a privarsi della sua, in fondo un caratterino come quello del Principe doveva sempre sentirsi in condizione di guidare lui tutto e stavolta lei non sarebbe stata la predatrice, ma una piccola e indifesa preda.
Forse.
La baciò mentre il suo membro era adesso perfettamente dritto dinnanzi a lei, pronto a essere idolatrato e sottomesso ai loro piaceri.
Ma fu breve, si distaccò dalle sue labbra lasciandola insoddisfatta e quasi infastidita da quella separazione forzata che non aveva affatto gradito. Lo guardò con un po' di stress recondito, ciò che il suo corpo reclamava era accanto a lei eppure ancora distante.
Sapete....ho come il presentimento con non avrò altre occasioni e per questo vorrei rendere questa notte indimenticabile.... Cosa ne dite di un gioco?
Il suo cervello cercò di dimenticare per un momento che l'uomo che aveva sempre sognato era lì, accanto a lei, completamente nudo e visibilmente eccitato da ella stessa e tentò di metabolizzare quel discorso.
Era indiscutibilmente vero, anche lei percepiva quella stessa sensazione: loro due non avrebbero avuto altre occasioni, e quell'unica doveva essere speciale e ricordarle per tutta la vita che aveva atteso tutti quegli anni per qualcuno che aveva reso valore alla sua attesa.
Estrasse dal comò lì accanto due dadi blu notte e la guardò.
Preferite pari o dispari?
Lei lo guardò divertita dopo aver abbandonato lo sconcerto momentaneo.
Dispari, le cose pari non mi sono mai piaciute, troppo perfette, troppo noiose!
Vide le belle mani lanciare i dadi e i sensuali oggetti ricadere mostrando un risultato più che soddisfacente.
Un sorriso malizioso si aprì sul suo volto.
2 e 1............ è uscito un 3....
Si tirò su sui gomiti e lo guardò con malizia.
Così sembra..
Il suo tono era sensualmente divertito, s'inumidì la punta dell'indice con le labbra leccando con lentezza il suo dito e lo portò sulle labbra del Principe.
Scese fino alla punta del mento, e da lì proseguì, il collo, i pettorali, il costato, l'ombelico, dove si fermò a indugiare. E riprese fino all'inguine e fino a toccare, sfiorare, ciò che sempre più era rigido e inflessibile.
Aprì la mano sulla punta del suo membro e lasciò che le sue dita ci giocassero lievemente facendolo ergere sempre di più ma senza soddisfarlo con un vero tocco.
Poi lasciò che fossero le sue unghie lunghe a stuzzicarlo, stando tuttavia attenta a non fargli male.
Con il poggio delicato delle unghie percorse tutta la sua lunghezza più volte, sempre più lentamente e lasciando che piccolissimi schizzi di una forte eccitazione sporcassero le sue mani di dama.
Sembrate iniziare a sporcarvi.. disse con voce sussurrata all'orecchio del Principe, assicurandosi che il lieve soffio inondasse una delle zone più erogene del corpo umano.
Un Principe non dovrebbe mai esserlo..
Si chinò sul suo membro e lasciò che le sue labbra si schiudessero lievi e per un solo attimo sulla sua punta e succhiò via quelle gocce di piacere con la lingua.
Ella stessa si eccitò di più, ma il gioco non doveva correre, così suo malgrado si ritirò su e riprese i dadi lasciando che cadendo dall'alto le passassero in mezzo ai seni.
Scegliete!
Un doppio due.



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Quella notte la luna brillava alta nel cielo e con il suo massimo splendore illuminava i corpi nudi dei due amanti distesi uno accanto all'altra.
Usul aveva notato un certo fastidio nella ragazza quando le loro bocche si erano staccate.... era come se il muro appena costruito si fosse distrutto e i due mattoni che lo costituivano fossero tornati ad essere per qualche istante due entità distinte..... ma tutto ciò era necessario...
Sorrise udendo la risposta della giovane e pensando che era esattamente ciò che avrebbe detto lui:
Dispari, le cose pari non mi sono mai piaciute, troppo perfette, troppo noiose!
Era incredibile come due corpi così diversi potessero avere delle anime così simili e così legate da un comune desiderio che non per molto sarebbe riuscito ancora a sopprimere.
Era uscito il 3.... ci pensò su meditando sul fatto che non poteva essere altrimenti e quel numero non faceva altro che confermare che anche il fato voleva contribuire alla perfezione di quella notte. Esso tuttavia aveva un altro significato molto più nascosto ed accattivante: era a lei a cui ora spettavano le redini del gioco.
La ninfa sembrò averlo compreso appieno ed infatti iniziò ad esplorare il suo corpo scendendo sempre più in basso.
Toccò e stuzzicò il suo membro... i suoi gesti erano precisi e ad ogni carezza una sferzata di calore inondava le membra del principe che teneva i pugni stretti per non cedere a tanta eccitazione e per continuare con le "tappe" che si era prefisso.
Sembrate iniziare a sporcarvi.. le sibilò all'orecchio Un Principe non dovrebbe mai esserlo.. Adagiò le labbra sulla punta succhiando via le gocce di piacere che ne erano fuoriuscite. Usul la squadrava ammaliato... in poche, davvero molto poche erano riuscite a prenderlo come lo stava facendo quella ninfa.
"Per fortuna che ci siete voi che ripulite...." commentò sarcastico ansimando di piacere.

E i dadi vennero di nuovo lanciati. Alcune capovolte e giri vari per poi adagiarsi sulle lenzuola candide mostrando in verdetto: 4.
Le parole della giovane non furono necessarie a ricordare ad Usul che era finalmente giunto il suo turno e lui avrebbe iniziato con una delle cose che più preferiva.
Scaraventò un paio di cuscini uno sopra all'altro nella parte opposta del letto e senza esitare afferrò la giovane per i glutei in modo da poterla sistemare a suo piacimento. Mise la testa sui 2 cuscini preparati e fece in modo che le gambe della giovane poggiassero ognuna su una delle due due spalle mentre il bacino sul suo ampio petto.
Un altro cuscino era stato minuziosamente posizionato sulle sue gambe in modo che potesse accogliere la testa di lei. Terminato ogni preparativo, il principe era pronto a godersi lo spettacolo che si prospettava davvero interessante.
Iniziò con lo sfiorarla, con la punta dell’indice, vagando sul suo sesso senza un’apparente meta.
Poi un dito di si insinuò lentamente dentro di lei. Alla prima piccola spinta, lui entrò di pochi millimetri; ritirò il dito, guardò il respiro affannato dell'altra, lo spinse di nuovo tra le sue gambe, lo estrasse nuovamente. Ripeté ancora e ancora, sempre più velocemente, e alla fine chinò la testa e le toccò il clitoride con la punta della lingua.
Poteva chiaramente percepire l'eccitazione di lei ed il movimento del suo bacino era come una disperata richiesta di averne ancora e sempre di più!
Nuovamente il dito si fece strada nelle sue carni ma il principe non era soddisfatto, voleva sentirla gemere ancora più forte. Per questo non attese molto prima di infilare un altro dito nella sua cavità.
Ora sentiva che la strada era perfettamente aperta ma ancora una volta sarebbe stata la sorte a decretare l'autore della mossa successiva.
Con la mano libera lanciò i dadi....
 
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view post Posted on 25/8/2011, 22:49

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Tanhei

Il Principe sembrava aver più che gradito la sua mossa e il suo, se così lo si poteva chiamare, turno. E tuttavia ella stessa non era rimasta impassibile di fronte al membro del ragazzo che si era indurito fra le sue labbra dandole la voglia di voler proseguire oltre e di portare a un livello successivo questo tipo di approccio.
I dadi erano di nuovo stati tratti e stavolta stava a lui di donarle il piacere ricevuto e, perché no, meritato.
Prese dei cuscini e li spostò sull'altro lato del letto e poi l'afferrò per i glutei lasciando che si inebriasse di quella forza maschile, ma non rozza, che adesso la teneva in pugno.
Decisamente, in ambito sessuale, ciò che più desiderava era essere dominata, visto che nella vita era sempre lei a dominare, e questo ragazzo aveva tutte le carte in regola, veramente tutte, pensò guardandolo in tutta la sua nudità, per essere il suo partner ideale.
Poggiò la testa sui cuscini e la poggiò sul suo petto a gambe divaricate, tutto il suo essere era a sua completa disposizione.
Poi aveva preso un altro cuscino e l'aveva posto fra le sue gambe in modo che lei potesse poggiarvi la testa e avere il massimo della comodità mentre lui si apprestava con le sue dita a farle provare un piacere immenso.
Lo sentì dapprima vagare ramingo per quel colle, senza tuttavia osare addentrarsi in quella terra misteriosa e generosa.
Ed ecco che mentre lei iniziava a sudare presa da quella tortura che non era spiacevole che ma che la rendeva assetata come un errante del deserto di fronte a una fonte d'acqua, lui si decise a varcare quella soglia, delicatamente, e non completamente. Si strinse attorno alla punta del suo dito quando sentì che stava uscendo, e il suo muscolo ebbe molto di cui contrarsi mentre egli usciva ed entrava con il dito non lasciandole neanche il tempo per respirare tanto che quella passione le ardeva in petto bruciando l'ossigeno e qualsiasi altra cosa potesse esalare in quell'Eden maledetto.
Poi sentì qualcosa di caldo e umido puntare sul suo clitoride. La sua lingua la stava assaggiando e si maledisse per non avere il potere di obbligarlo a procedere con quella sua esperienza gustativa.
Stava mugugnando qualcosa quando un nuovo gemito ruppe ogni altro precedente, adesso erano due le dita che erano dentro di lei, e adesso, iniziava veramente ad avere la vista appannata e un desiderio incolmabile di essere riempita e completata.
Si fermò, lasciandola desiderosa come non mai e ancora gemente per quella sfilza di emozioni consecutive, ecco che di nuovo aveva tirato i dadi, ma adesso non le importava.
Non era un gioco di ruolo e non aveva alcuna intenzione di rispettare ulteriormente altri turni, sebbene decretati dal Fato.
Si sollevò sul bacino e con le gambe aperte sul volto del Principe si voltò su stessa in modo da rivolgergli le spalle e si sdraiò sul suo petto spingendo i glutei verso il volto del ragazzo.
Tolse il cuscino dalla gambe di Lui e adesso, famelica e non più incline al gioco, si posò su di lui, le labbra chiuse sul suo membro, solo la lingua che usciva a tastarne il territorio, il membro ancora più duro, le sembrava verso il punto giusto, mentre un po' si spostava con il suo stesso organo sul petto muscoloso di lui.
Separò la bocca dall'amato cono per potersi avvicinare di più con tutta se stessa e lasciò che fra i seni prosperosi vi si potesse ergere tutta la sua virilità e tutto il suo essere uomo.
Di nuovo, sempre tenendo il membro fra i suoi seni, si avvicinò con la bocca.
Schiuse le labbra sul suo membro e lo ingoiò in tutta la sua lunghezza, beandosi di quel piacere più e più volte e lasciando che la lingua contribuisse a rendere quel gesto ancora più soffocante per entrambi.
Era sul punto di venire, ma non era così che voleva concludere il loro Incontro, così, di malavoglia, si separò lentamente da lui con ogni parte del suo corpo. Poi si voltò e gli dette un leggero bacio sulle labbra limitandosi a poggiarle sulle sua.
Si alzò in piedi sul letto lasciando che avesse i piedi ancorati al bacino di lui e che lui potesse, dal basso, bearsi completamente della sua vista.
Adesso, doveva farla sua.


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